Cos’è la disfagia

La disfagia è il termine medico che indica un disturbo della deglutizione, ovvero la difficoltà di passaggio dei cibi e delle bevande dalla cavità orale fino allo stomaco, a causa di un’anomalia strutturale o di un disturbo della motilità esofagea. La disfagia può presentarsi come difficoltà a deglutire, bere, masticare, mangiare succhiare, controllare la saliva, assumere farmaci o proteggere le vie aeree. Di solito è correlato a condizioni mediche o fisiche sottostanti, ma occasionalmente può avere una componente psicologica.

In Italia sono oltre 6 milioni i pazienti affetti da disfagia; il disturbo interessa soprattutto gli anziani, ma è comune anche tra gli adulti: colpisce il 45% delle persone con età superiore ai 75 anni e per il 20% individui sopra ai 50 anni. Il 60% dei pazienti che ne sono affetti risiede in RSA o usufruisce dei servizi di Assistenza Domiciliare, ed è composto soprattutto da individui con malattie neurodegenerative e cardiovascolari, o colpiti da ictus e tumori.

Le persone con disfagia possono andare incontro a malnutrizione e disidratazione e a problemi relativi alla qualità di vita quali la perdita di autostima, sicurezza, capacità lavorativa e svago. Nell’insieme, quindi, la disfagia rappresenta un disturbo debilitante e costoso dal punto di vista sociale sia per le persone colpite che per i loro familiari.

Esistono due principali tipi di disfagia:

Disfagia orofaringea: difficoltà nella formazione di un bolo alimentare, ad iniziare la deglutizione e far passare il cibo dalla bocca all’esofago.

Disfagia esofagea: difficoltà nel passaggio del cibo attraverso l’esofago fino allo stomaco.

Cause della disfagia

La disfagia è spesso provocata da un disturbo, una sindrome o una malattia che colpisce i nervi e i muscoli di lingua, bocca o gola che portano a difficoltà di coordinazione e/o controllo della deglutizione.

Le principali cause della disfagia possono essere:

  • Neurologiche: Traumi cranici, Ictus, Alzheimer, M. Parkinson, Sclerosi multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Paralisi Cerebrale;
  • Meccaniche: Stenosi e spasmi esofagei, Neoplasie esofagee e area capo-collo, Patologie del cavo orale;
  • Iatrogene: Radioterapia, Post- chirurgia del cavo orale, pazienti con danni strutturali ai muscoli della parete esofagea;
  • Età: negli anziani si ha una progressiva alterazione della funzionalità nervosa e muscolare.

Sintomi della disfagia

Quando una persona ha un disturbo della deglutizione, può manifestarlo in molti modi differenti, sia con tipiche manifestazioni fisiche che con manifestazioni comportamentali. La gravità dei sintomi dipende in parte dalla durata dell’ostruzione esofagea prodotta da cibi e bevande.

I sintomi legati alla disfagia includono:

  • Tosse durante i pasti
  • Senso di soffocamento durante la deglutizione
  • Rigurgito naso faringeo
  • Alterazioni del linguaggio
  • Sensazione di globo o “tumefazione in gola”
  • Lentezza e fatica a deglutire
  • Mancanza di appetito
  • Sensazione debolezza
  • Perdita di peso
  • Polmonite ricorrente

Le principali conseguenze della disfagia

Molti pazienti soffrono di disturbi di deglutizione e non ne sono consapevoli. Ciò aumenta il rischio di incorrere nelle seguenti patologie:

  • polmonite da aspirazione (inalazione accidentale di saliva o particelle di cibo);
  • malnutrizione (nutrienti vitali insufficienti per una buona salute);
  • disidratazione (l’assunzione di liquidi potrebbe non essere sufficiente portando una carenza di acqua nel corpo).

Malnutrizione e disidratazione, polmonite da aspirazione, salute generale compromessa, malattia polmonare cronica, soffocamento e persino la morte possono essere una conseguenza della disfagia. La morbilità correlata alla disfagia è una delle principali preoccupazioni.

Gli adulti con disfagia possono anche provare mancanza di interesse o minore piacere nel mangiare o bere e imbarazzo o isolamento in situazioni sociali che coinvolgono il mangiare.

La disfagia può aumentare il carico per i caregiver e richiedere significative alterazioni dello stile di vita del paziente e della sua famiglia.

Come diagnosticare la disfagia

La disfagia è un sintomo allarmante, soprattutto se si è sviluppata recentemente in un paziente anziano ed è in rapido peggioramento. Poiché l’anamnesi e l’esame obiettivo da soli potrebbero non essere adeguati ad eseguire una diagnosi in caso di aspirazione silenziosa, possono essere necessari ulteriori test diagnostici, come i seguenti:

  1. L’endoscopia del tratto gastrointestinale superiore è essenziale per confermare o escludere modifiche strutturali dell’esofago, della giunzione esofagogastrica e dello stomaco con esame istologico.
  2. La radiografia con bario viene eseguita per identificare la causa della disfagia orofaringea (esame fluoroscopico del processo di deglutizione) e disturbi della motilità esofagea, come diverticolo di Zenker, acalasia, esofago di martello pneumatico ed ernia iatale.
  3. La manometria esofagea ad alta risoluzione con o senza studio dell’impedenza può confermare la diagnosi di disturbi della motilità esofagea.
  4. Il monitoraggio ambulatoriale del pH esofageo con o senza studio dell’impedenza viene utilizzato per escludere la malattia da reflusso gastroesofageo. Fornisce inoltre informazioni sull’associazione della disfagia all’esposizione acida dell’esofago.

Come prevenire e trattare la disfagia

Per poter trattare la disfagia, è necessario rivolgersi al proprio medico o fare una visita presso centri specializzati, dove sapranno consigliare il trattamento più opportuno.

Ci sono però alcuni consigli e prodotti specifici per coadiuvare una corretta deglutizione e alimentazione, modulabili a seconda del grado di disfagia.

  1. Mangiare lentamente con l’intento di controllare il flusso del bolo.
  2. Non mangiare o bere in modo affrettato o se si è stanchi.
  3. Utilizzare un cucchiaino da tè per controllare la quantità di cibo o di liquido da ingerire.
  4. Concentrarsi sulla deglutizione (evitare distrazioni).
  5. Evitare di mescolare alimenti e liquidi nello stesso boccone, ma alternare bocconi di solidi e liquidi per aiutare a lavare i residui.
  6. Mantenere una buona igiene orale.
  7. Se si ha debolezza unilaterale, utilizzare il lato più forte della bocca.
  8. Facilitare la formazione del bolo con l’uso di salse, condimenti e sughi.

In particolare è necessario modificare la consistenza di cibo e bevande attraverso l’utilizzo di prodotti specifici (Alimenti a Fini Medici Speciali), per facilitare la corretta deglutizione e ridurre le complicanze.

  • liquidi possono essere addensati utilizzando polveri addensanti a base di gomme (le più comuni sono Guar e Xanthan).
  • cibi solidi possono essere addensati, previa frullatura, con polveri addensanti a base di amidi (i più comuni sono mais e patata).

Fonti

Chen J, Kotynia J, Małecka-Panas E. Dysphagia: General Considerations. McMaster Textbook of Internal Medicine. Kraków: Medycyna Praktyczna.
https://empendium.com/mcmtextbook/chapter/B31.I.1.12.
Sinuc, Disfagia, all’Inrca la chance polifarmacoterapia 07 febbraio 2017